tag:blogger.com,1999:blog-41446821872001320832024-02-19T18:43:14.335-08:00Movimenti, giornale di cultura criticaMovimenti
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N. 13/05 del 08.04.05movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.comBlogger27125tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-42401335068146660062008-04-09T12:13:00.000-07:002008-04-09T12:15:30.171-07:00Ciao a tutti!<strong>Da Parte della redazione di Movimenti.</strong><br /><br /><div align="justify">Questo numero di Movimenti esce in un momento delicato perché, come tutti certamente sapete, nel prossimo fine settimana si svolgeranno le elezioni politiche.</div><br />Continua su:<br /><br /><a href="http://movimenti1.blogspot.com/">http://movimenti1.blogspot.com/</a>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-12109230911776686512008-04-09T12:10:00.000-07:002008-04-09T12:12:17.891-07:00Veltroni, Marx, e le idee dominanti.<div align="justify"><strong>Da parte di Matteo Portoghese, rivista "Il vulcano".<br /></strong><br /><a href="http://movimenti2.blogspot.com/2008/04/veltroni-marx-e-le-idee-dominanti.html"></a>L'appuntamento elettorale del 13 aprile, inesorabilmente, si avvicina e con esso si inasprisce tutto il dibattito elettorale. Dopo soli due anni, il governo Prodi è caduto: il colpo di grazia è arrivato dal Ministro di Grazia e Giustizia Clemente Mastella, che evidentemente non ha perso l'occasione per sentirsi al centro della contesa politica, quasi fosse "l'ago della bilancia" in vista del governo del paese.<br /><br />Continua su:<br /><br /><a href="http://movimenti2.blogspot.com/">http://movimenti2.blogspot.com/</a></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-6035318249605668332008-04-09T12:04:00.000-07:002008-04-09T12:08:56.298-07:00Il mio appello<div align="justify"><strong>Da parte di Michelino Piras, Giovani Comunisti.</strong></div><div align="justify"></div><div align="justify"> </div><div align="justify">Alle elezioni del 13 e 14 aprile, apparentemente, sembra che ci parteciperanno solo due forze politiche. Questa apparenza è dovuta in parte al pessimo meccanismo elettorale ed in parte alla distorta informazione sia pubblica che privata. La “logica del voto utile” non avrebbe ragione d’esistere se fosse in vigore una legge elettorale proporzionale e se tutte le forze politiche avessero le stesse opportunità e le stesse risorse per promuovere i propri programmi elettorali.</div><div align="justify"></div><div align="justify"> </div><div align="justify">Continua su...</div><div align="justify"></div><div align="justify"> </div><div align="justify"><a href="http://movimenti3.blogspot.com/">http://movimenti3.blogspot.com/</a></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-35069825605120275792008-04-09T11:59:00.000-07:002008-04-09T12:03:55.739-07:00La Regione e il ridisegno dei poteri locali<strong>Articolo inviato dal <em>"Cubano".</em></strong><br /><br /><div align="justify">La classe politica regionale sarda non si è mai segnalata, storicamente, per una grande attenzione verso il sistema delle autonomie locali. Tradizionalmente le province, e soprattutto i comuni, sono stati il terminale di politiche di spesa spesso clientelari, con il ruolo predominante dell’Assessorato regionale dei lavori pubblici che attribuiva in regime di delega l’attuazione di opere pubbliche di vario interesse.</div><br />Continua su...<br /><br /><a href="http://movimenti4.blogspot.com/">http://movimenti4.blogspot.com/</a>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-68442863727793388052008-04-09T09:00:00.000-07:002008-04-09T09:03:57.934-07:00La laguna di Santa Gilla. Una vergogna tutta sarda.<div align="justify"><strong>Di Vincenzo D'Ascanio. Menbro della "<em>Carovana Sarda della Pace</em>".</strong><br /><br />La laguna di Santa Gilla si trova nella periferia di Cagliari, praticamente esterna al tessuto urbano. Chi vive nel quartiere di “Is Mirrionis” potrebbe impiegare dieci minuti d’auto per arrivarvi, e potrebbe farsi una salutare passeggiata riscaldato dal bel sole di quest’Aprile. Tuttavia, utilizzare il condizionale non è una questione di forma, quanto un vero e proprio obbligo. In effetti, una domanda sorge spontanea: perché farsi una passeggiata presso la Laguna di Santa Gilla? Cosa dovrebbe spingerci a farlo, considerate le condizioni in cui versa tutt’ora?<br /><br />Continua su:<br /><br /><a href="http://movimenti5.blogspot.com/">http://movimenti5.blogspot.com/</a></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-22414944211347116512008-04-09T08:04:00.000-07:002008-04-09T08:07:46.660-07:00E' nato precari in linea!<div align="justify"><strong>Da parte del coordinamento delle Rete Precari.</strong><br /><br />Il nuovo Blog dei precari e delle precarie dei Call CenterPensiamo di essere un punto di vista particolare, quello di una generazione che, diversamente dalle precedenti, è segnata dalla completa incertezza del presente e dalla certezza della precarietà nel futuro.<br />Ciò che sta accadendo alle migliaia di lavoratrici e lavoratori precari dei call-center di Cagliari è solo un aspetto di quella condizione ingiusta di disagio materiale e morale in cui è costretta a sopravvivere la nostra società nell’Era della legge 30.<br /><br />Continua su:</div><br /><a href="http://movimenti6.blogspot.com/">http://movimenti6.blogspot.com/</a>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-66625502301252334372008-04-09T07:05:00.000-07:002008-04-09T12:22:31.502-07:00Per l'amnistia, oltre le sbarre dell'ingiustizia.<p><strong>Di Roberto Loddo (Portavoce Associazione 5 Novembre, "Per i Diritti Civili"</strong></p><p align="justify">La questione dell’esecuzione penale deve essere prima di tutto una questione culturale. Leggendo i dati del DAP degli ultimi venti anni, difficilmente possiamo considerare il carcere come la soluzione alle criminalità. Chiunque legga questi dati, dai numeri alla composizione sociale, rimarrà sorpreso nel notare che è più facile individuare dentro le percentuali, migranti, prostitute, tossicodipendenti e meridionali. Uomini e donne che per la loro condizione, perdono qualsiasi contatto con la società, o peggio, con la parte più produttiva della società.</p><p align="justify">Continua su...</p><p><a href="http://movimenti8.blogspot.com/">http://movimenti8.blogspot.com/</a></p>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-32945300928485554782008-04-09T07:01:00.000-07:002008-04-09T12:25:52.175-07:00Ancora dall'inferno di Yuksekova<div align="justify"><strong>Inviato da Diego Vacca, menbro della legazione sarda in Kurdistan.</strong><br /></div><div align="justify">Nonostante la grande mobilitazione popolare il clima rimane pesante. Tutti ci sembrano consapevoli e determinati a resistere, ma nello stesso tempo timorosi e guardinghi (e, naturalmente, attenti alla nostra sicurezza). Non hanno scelta e noi dobbiamo partire senza sapere come e in quanto tempo usciremo da questo inferno. Nella via del ritorno dobbiamo attraversarne un altro, quello di Van, dove non possiamo fermarci, e superare altri numerosi check-points, prima di Van e dopo, sulla via per Bingöl, che abbiamo scelto come tappa, per poi convergere su Diyarbakir. Ma abbiamo deciso di partire dopodomani: qui abbiamo ancora da fare.</div><div align="justify"> </div><div align="justify"><a href="http://movimenti7.blogspot.com/">http://movimenti7.blogspot.com/</a></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-90481185301150745672008-02-10T10:50:00.000-08:002008-02-10T10:55:03.824-08:00Numero di Febbraio.<strong>In questo numero:</strong><br /><strong></strong><br /><strong>Univeristà, riprendiamoci spazi e didattica.</strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>Si faccia luce sulla morte di Aldo Scardella.</strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>Diciamo un secco NO ai culti del consumismo.</strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>Rifiuti, violenza ed ipocrisia a Cagliari.</strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>Basi Militari? No Grazie!</strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>La sinistra unita in Consiglio Regionale.</strong><br /><strong></strong><br /><strong></strong><br /><strong>Presentazione romanzo "la terra dell'odio"</strong>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-46054343386514366672008-02-10T10:34:00.000-08:002008-02-10T10:39:31.522-08:00Università: riprendiamoci spazi e didattica!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizOpS5WXcmM4PGu_Y5b_y6dTF0ui82WoIPb9t-4dlbxt8ihBJeX__XBk2XmYVij8pS00QLbHDay7_ohlAXjofFLXQNi_h_K3IV1IIhUMio_VZFG58INd8fXU29Z-B34FVaCv9frmTnaEJY/s1600-h/Mistretta.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165422954493929922" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizOpS5WXcmM4PGu_Y5b_y6dTF0ui82WoIPb9t-4dlbxt8ihBJeX__XBk2XmYVij8pS00QLbHDay7_ohlAXjofFLXQNi_h_K3IV1IIhUMio_VZFG58INd8fXU29Z-B34FVaCv9frmTnaEJY/s320/Mistretta.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Quando dal paese giunsi all’Università entrai in contatto con una situazione ben diversa da quella attuale. Gli studenti collaboravano e discutevano alle assemblee, alle lezioni ci si andava, ma non c’era l’inquietudine d’oggi determinate dalla disoccupazione, dalla precarietà e da questa crisi economica che, in Sardegna come altrove, sta assumendo proporzioni preoccupanti. Tutti giungevano dalle loro terre d’origine con giuste aspettative, con speranza, oltre che con legittima curiosità: l’Università era davvero il trampolino di lancio verso il futuro. Nelle bacheche delle facoltà echeggiavano agguerriti volantini delle associazioni e dei collettivi studenteschi, delle più diverse e disparate sensibilità… </div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify"><br /><strong>Eravamo sul finire degli anni novanta, quindi sono trascorsi appena dieci anni!</strong><br /><br />Eppure molto è cambiato, e forse perduto, per sempre. Gli studenti, salvo qualche rara eccezione, sono apatici, disinteressati all’attività politica, e soprattutto non s’interessano alla difesa dei loro diritti. Molti vanno a lezione coi loro libri sottobraccio, visibilmente preoccupati per il ritardo alla lezione di diritto privato, o di meccanica applicata a non so che cosa.<br />“Ti posso dare questo volantino?” Gli dici. Loro ti guardano come se stessero ripiombando sulla terra, persi in chissà quale congettura, e se va bene ti prendono il volantino per farti un piacere. Il 40% arriva a leggere le prime tre righe, ma non appena capisce di cosa si tratta smette di leggerlo. Un altro 40% non lo legge nemmeno, lo butta direttamente. Nel restante 20% potrai trovare la persona che decide di venire alla riunione, oppure al sit - in dinanzi al rettorato, etc… (si, potrai trovare, perché il 20% è solo una base immaginaria, ed ottimistica).<br /><br />Considerando l’atteggiamento di questi studenti, la situazione sembrerebbe abbastanza rosea. Verrebbe da pensare, certamente a torto, che le lotte del passato hanno prodotto i loro effetti, e lo studente vive in una discreta condizione per cui non ha più nulla da chiedere. Peccato che non sia affatto così, tutt’altro. Continuano ad aumentare le tasse universitarie, l’amministrazione è una macchina infernale, i baroni dominano incontrastati dall’alto delle loro cattedre, il Magnifico Rettore è ormai una figura quasi metafisica che può permettersi qualsiasi cosa, i programmi sono vilmente superati, tutto il sistema dell’istruzione s’è ormai trasformato a fabbrica di produzione d’automi, da inserire nel vasto mercato del consumismo globalizzato. Altro che, gli studenti hanno poco da ridere. Perché, allora, si comportano in questo modo?<br /><br />In primo luogo, ritengo che tra gli studenti stia avvenendo ciò che è avvenuto tra i lavoratori. Gli universitari hanno perso lo stimolo alla rivendicazione, anche in relazione ad una inquietudine diffusa delle loro condizioni di vita. Qualsiasi studente si rende oramai conto che il suo inserimento nel mercato del lavoro sarà difficoltoso, per questo cerca d’accelerare i tempi della propria laurea anche a condizione di non protestare più per il peggioramento della situazione generale, pensando che se si laureerà prima, sarà magari avvantaggiato quando arriverà il momento della sua assunzione.<br />Nel mondo della precarietà questa è la norma: il precario non tende più a manifestare il malcontento per la condizione generale, perché preoccupato dalla stabilità del “proprio” posto di lavoro. In poche parole, nessuno cerca più i benefici per la specifica categoria d’appartenenza, perché ognuno cerca il vantaggio unicamente, e solamente, per se stesso. Il disagio e la preoccupazione che sono insiti nella società, hanno definito un allentamento dei vincoli di solidarietà tra le persone, che siano studenti oppure lavoratori. Tuttavia, l’allentamento del vincolo non è causato solo dalle tensioni sociali: il vincolo di solidarietà è spezzato anche dalla competitività diffusa, dai miti del successo e della ricchezza, che i mezzi d’informazione propongono senza soluzione di continuità. Su questo, almeno per il momento, non intendo soffermarmi.<br /><br />Le recenti riforme universitarie hanno accentuato il problema. Il sistema delle lezioni obbligatorie, sommate alle ore di studio, hanno determinato una difficoltà tangibile, per cui ogni studente è quasi impossibilitato ad interessarsi di qualsiasi cosa che non sia l’oggetto del proprio studio. Chi ha voluto l’aumento delle tasse per gli studenti fuoricorso, ha voluto mettere un ulteriore freno a qualsiasi velleità politica (che può essere anche artistica, o di qualsiasi altro tipo) dello studente. La vita di un universitario è diventata una corsa ad ostacoli verso il prossimo esame, riflettendo sul fatto che ormai il fuoricorso è trattato quasi come una bestia velenosa. Anche il questo caso, il paragone col lavoratore precario è obbligatorio. Entrambi sono costretti ad una paradossale corsa ad ostacoli: il primo per restare “in corso”, il secondo per avere il proprio contratto rinnovato. Va da sé che sarà esclusa ogni attività extrascolastica, soprattutto nel caso dei figli delle famiglie meno abbienti, che non potranno permettersi nulla che vada al di là di ciò che devono.<br /><br />Fatte queste considerazioni, ritengo che sia diritto dello studente riappropriarsi del proprio tempo, affinché possa ritagliarsi spazi di socialità che in questi ultimi anni ha perso. Per spazi di socialità intendo molteplici attività, che comunque devono restare nella discrezionale scelta dello studente. Un universitario (come un lavoratore) ha diritto ad una vita realmente sociale, che vada al di là da un impegno didattico sempre incalzante e che mina seriamente le facoltà d’apprendimento…<br />Oltre alle attività extradidattiche, tuttavia, dovrebbero essere cambiati alla radice anche i metodi d’insegnamento. Un esame non dovrebbe avere come base il trinomio professore – libro – studente. Per una maggiore comprensione della materia, dovrebbero essere attivati dei percorsi formativi che vadano al di là delle semplici e preistoriche lezioni. Gli studenti dovrebbero essere coinvolti in dibattiti, proiezioni, oppure diventare parte attiva della stessa didattica, attraverso contributi ed approfondimenti. Per carità, al bando le visite alla Corte dei Conti, o roba simile: gli universitari dovrebbero rifiutarsi con tutti i mezzi di sottoporsi a simili ed umilianti percorsi!<br />Oltre a ciò, è urgente che all’interno dell’Università nascano nuovi collettivi studenteschi, o nuove associazioni, che ridiano nuova linfa ad un ambiente che pare asfittico. I collettivi (o come li si vuole chiamare) devono portare nuovamente la politica all’interno delle Università: essi devono essere capaci di proporre ed attivarsi non soltanto quando ci sono le elezioni, oppure quando esplodono i grossi problemi, ma dovrebbero essere in grado d’aggregare gli studenti in tutti i periodi dell’anno, per strapparli all’alienante sistema delle lezioni e del superamento degli esami. Obbiettivo fondamentale di queste aggregazioni deve essere quello di riformare il sentimento di solidarietà tra gli studenti, con l’obbiettivo della rivendicazione dei propri diritti.<br /><br />Per fare questo bisogna individuare i problemi degli universitari, precisare le soluzioni, e unirli con le giuste motivazioni, con l’ambizione di raggiungere traguardi comuni. Per quanto sia importante il lavoro dei collettivi presenti, dobbiamo essere capaci di costituire altri collettivi “di sinistra” negli altri atenei, con l’obbiettivo di riprenderci anche i giusti spazi di socialità. Gli spazi sociali saranno indispensabili per costruire dei laboratori di politica universitaria, per formare dei gruppi di lavoro sulla didattica, per discutere la stessa didattica. Le aule occupate potrebbero diventare, per dirla in breve, dei laboratori sperimentali in cui si sviluppano politiche e didattiche alternative rispetto alle antiquate metodiche, che in questo momento prevalgono nei programmi universitari.<br /><br />Vincenzo M. D’Ascanio<br /></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-19795576718473936032008-02-10T10:30:00.000-08:002008-02-10T10:33:22.202-08:00Si faccia luce sulla morte di Aldo Scardella!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghAiI7Q-oVCF_ajK80dVkH_ou-oxNf5wqt2HJbK1f830zpaxk2sIcca1pnpEyc_xbtFV1miiNEh1_VkKrVtxGcS-LYdhxLh-s-OqspmTf2eGxTWPdG81hWCopSLazABh3HhbNMyjtlSYNq/s1600-h/aldo-scardella.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165421395420801458" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghAiI7Q-oVCF_ajK80dVkH_ou-oxNf5wqt2HJbK1f830zpaxk2sIcca1pnpEyc_xbtFV1miiNEh1_VkKrVtxGcS-LYdhxLh-s-OqspmTf2eGxTWPdG81hWCopSLazABh3HhbNMyjtlSYNq/s320/aldo-scardella.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">Quest’Estate la Corte di Cassazione ha stabilito che devono proseguire le indagini sulla morte di Aldo Scardella, trovato morto nella sua cella di Buoncammino il 2 Luglio di 21 anni fa. Scardella, studente universitario, fu accusato ingiustamente d’aver partecipato a una rapina avvenuta nel 1985, che costò la vita al proprietario dell’esercizio commerciale. I veri responsabili dell’accaduto furono arrestati nel 1996, e il nome di Aldo Scardella fu definitivamente riabilitato.<br />Nonostante ciò, quella riabilitazione non potrà cancellare ciò che avvenne, e soprattutto non servirà a riportare in vita Aldo, impiccatosi nella sua misera cella di Buoncammino. Purtroppo i casi di suicidio in questo carcere sono numerosi, anche perché le strutture dello stesso non sono assolutamente adeguate. Buoncammino è un carcere vecchio, simbolo della volontà di uno Stato che alle rieducazione predilige di gran lunga la repressione, accompagnata dalla violazione costante dei diritti.<br />Si, perché la nostra Costituzione parla chiaro, sottolineando che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Il carcere è una struttura che allontana gli individui dalla società, li aliena, e provoca delle cicatrici che difficilmente potranno essere rimarginate: chi ha vissuto l’esperienza carceraria sulla propria pelle conosce bene le difficoltà del reinserimento. Inoltre, alla pena detentiva si aggiungono altre pene assolutamente illegittime, causate dalle privazioni materiali e morali a cui sono costretti i condannati. In condizioni di questo tipo, la soluzione estrema del suicidio può drammaticamente trasformarsi nell’unica e definitiva scappatoia a un tunnel di cui non si vede la luce.<br />Ciò che risulta essere ancora più aberrante, è che le carceri italiane sono delle carceri profondamente classiste. Lo Stato punisce l’anello più debole della catena sociale, poiché nella maggior parte dei casi le carceri sono popolate da tossicodipendenti, prostitute, ladri di galline e malati d’AIDS. Lo strumento del carcere funziona unicamente come deterrente, e chi vi dovrà scontare un errore ne uscirà traumatizzato, lacerato, solo. Quindi il carcere come difesa d’interessi puramente economici, carcere come colpa, carcere inteso come tortura per chi ha dovuto convivere col disagio materiale, morale e talvolta psichico.<br />La sentenza della Cassazione deve portarci a riflettere non soltanto sul caso di Aldo Scardella, ma sull’intero sistema carcerario italiano. Se continueranno a esistere carceri come quello di Buoncammino, se le persone saranno costrette a restare in cella attendendo il proprio processo, se non si studieranno delle nuove misure che siano alternative al carcere, allora lo Stato dovrà ammettere il proprio fallimento. Perché oggi pensare che il carcere sia uno strumento di rieducazione non soltanto è una menzogna, ma è una vera e propria disonestà intellettuale al servizio dell’inciviltà.<br /></div><br /><div>C. V.<br /></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-68977471731973045722008-02-10T10:27:00.000-08:002008-02-10T10:30:05.932-08:00Diciamo un secco NO ai culti del consumismo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglAvTFD27V3Zz59Wdpb3xZQdKy8ceT3cYcdr3rPtvnuAlHKtLi5sGBQd5533X6zJns9FewidhvUD9gITB51j3Nbwv_x7Wt8UeEHDyIfN81Avwu-Ahd91H57mPh4_zwr1k1QNGKxw5-7Htw/s1600-h/no_consumismo.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165420523542440354" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglAvTFD27V3Zz59Wdpb3xZQdKy8ceT3cYcdr3rPtvnuAlHKtLi5sGBQd5533X6zJns9FewidhvUD9gITB51j3Nbwv_x7Wt8UeEHDyIfN81Avwu-Ahd91H57mPh4_zwr1k1QNGKxw5-7Htw/s320/no_consumismo.gif" border="0" /></a><br /><div align="justify">Considerando la società in cui viviamo, spesso poniamo ai margini delle problematiche che non sembrano riguardarci più, o forse non appartenerci. Per questa ragione, ma non solo, sposterei l’attenzione sulla questione del sistema culturale. Il sistema culturale è un qualcosa d’ampio e complesso. Del sistema culturale fanno parte i mezzi di comunicazione, i istituti educativi e religiosi, le associazioni, insomma, è una categoria molto ampia. Perché lo considero un problema? Semplice. Penso che la cultura, i valori, non siano più prodotti dalla società nel suo insieme, ma siano piuttosto proposti da una ristretto gruppo di persone, che finalizzano ed indirizzano i comportamenti umani per soddisfare principalmente le logiche del mercato. Insomma, questi valori sono funzionali al mantenimento e allo sviluppo dell’attuale sistema produttivo.<br /></div><br /><div align="justify">Nella produzione di valori, come detto, dobbiamo comprendere anche gli istituti religiosi, ma il discorso in questo caso è differente. I valori che provengono dalla religione, condivisibili o meno, sono il frutto di una produzione secolare, che si sono anche evoluti nel tempo anche seguendo pulsazioni sociali, ed irrazionali. I valori concepiti dal mercato non sono stati prodotti e adattati alla società, ma sono stai imposti alla società stessa attraverso i formidabili mezzi di comunicazione, che oggi hanno un peso incredibile.<br />Quali sono le fonti produttive di questa cultura? Naturalmente, eviterei una ragionamento comune che ho talvolta udito nei Circoli culturali, secondo cui questi valori sarebbero prodotti niente poco di meno che dalle fantomatiche multinazionali, riunite in consessi di kafkiana memoria. Il positivismo, o l’utilitarismo, hanno trovato il loro sviluppo in anni lontani dai nostri, tuttavia, questi stessi movimenti culturali sono oggi portati alla loro estremizzazione dal capitalismo, che ha introdotto nuovi costumi per giustificare e rendere più forte il proprio sistema di pensiero. Le grandi multinazionali hanno sviluppato e approfondito tecniche di comunicazione che hanno come fine quello della vendita del proprio prodotto, tecniche che si legano non soltanto alla sociologia, ma alla stessa psicologia.<br /><br />Oggi il marketing ha avuto uno sviluppo notevole, e come ben sappiamo le potenti aziende della globalizzazione sono più disposte a investire sul marchio del proprio prodotto, piuttosto che sul prodotto stesso. L’elemento patologico è che il marketing, servendosi della pubblicità e sfruttando sapientemente i mezzi di comunicazione, riesce a creare degli particolari modelli di vita, a cui la società si deve adeguare. In particolare, i giovani sono continuamente sollecitati da impulsi comunicativi che bene o male li influenzano, in tutti gli aspetti della loro vita. Per fare un esempio, pensiamo a una delle diverse orribili pubblicità che compaiono con regolarità sul piccolo schermo. I prodotti reclamizzati sono molteplici, ma tutti hanno un unico denominatore: la proposizione del modello dell’uomo vincente, la proposizione del culto della competizione.<br /><br />Ragioniamo sulla pubblicità degli indumenti sportivi (Nike, Adidas, etc…). Oggi i personaggi impiegati sono sempre dei campioni straordinari dello sport, oppure, quando non sono dei campioni, sono utilizzati uomini e donne dal fisico eccezionalmente possente (e dallo sguardo fastidiosamente deciso). Io sono sconcertato dalla pubblicità della Barilla, dove il manager partito per un Paese lontano è atteso con trepidazione dalla mogliettina, ovviamente in una casa lussuosissima. Per non parlare della pubblicità delle automobili, dei computer, dei televisori e degli stereo. La pubblicità ha estremizzato così tanto le situazioni, che anche farsi la barba è diventa un’impresa, azione compiuta da uomini profondamente decisi e naturalmente belli e vincenti (sul culto dell’esteriorità, poi, si potrebbe discutere per ore…)<br /><br />Sul banco dei condannati, tuttavia, non posso mettere soltanto la pubblicità (che, comunque, anche se in maniera discutibile assolve alla sua funzione). L’arte stessa sta scadendo per appoggiare i valori di questo sistema di produzione. Il cinema, strumento fondamentale di cultura e comunicazione, si sta appropriando di questi primitivi meccanismi, e il culto dell’uomo vincente (e quindi della competitività), sta assumendo proporzioni sempre più angoscianti. In ogni campo espressivo o artistico il modello sta dilagando, anche se ovviamente esistono delle fortunate eccezioni (i “veri” artisti non cedono ai compromessi). I personaggi (anche dei telefilm o negli odiosi teleromanzi) sono sempre i medesimi: ricchi, forti, qualche volta annoiati, pronti a tutto etc… La sofferenza umana è quasi scomparsa, dei veri problemi non si da rappresentazione, non sono analizzati, ogni cosa è raffigurata da un’assurda patina di falsità. La realtà non è considerata, non per cercare un sacrosanto rifugio nella fantasia, ma piuttosto per rifilarci una realtà falsa e inesistente, e questo, a mio avviso, non avviene per caso…<br /><br />Il tutto farebbe anche ridere, peccato però che non tutti hanno la voglia (o il tempo) di mettere in funzione le proprie capacità di ragionamento. I modelli proposti sono ormai considerati come acquisiti ed inviolabili, e i giovani sono lo strato di popolazione più soggetta a questa somministrazione di competitività. Parlando del nostro futuro con i miei coetanei, noto un dato che mi fa pensare: tutti hanno una paura folle di non poter possedere determinate “cose”, e alcuni hanno come principale desiderio quello di comprarsi una bellissima macchina, avere una straordinaria casa, dotarsi di un fisico eccellente, munirsi di strumenti tecnologici, neanche lavorassero per i servizi segreti. Ai giovani è stato detto che essi non devono collaborare, perché il realtà devono prevaricare. Ai giovani è detto che devono essere dei vincenti, ed essere vincenti significa possedere la materia. Il vincente non è il coraggioso, l’altruista o colui pronto a sacrificarsi per non ripudiare i propri ideali. Il vincente è ben altro, ha sempre i capelli a posto e il Rolex, ha sempre la macchina più bella, così tutto ciò che ci accade intorno e solo lo sfondo della nostra esistenza, proprio come in un teleromanzo.<br />Questo stato di cose, ovviamente, produce sofferenza. Perché chi non riesce, o non vuole, essere un vincente (secondo il modello tratteggiato dalla cultura dominante), si sentirà diverso, e non sempre nel sentirsi diversi si sta bene. La povertà, prima considerata un valore, oggi è una vergogna, e il giovane sotto gli “standards” sta male, anche se ha il necessario, e talvolta anche di più. La competitività strozza chi non ha voglia di competere, non tanto perché vile, ma piuttosto perché umano, e non ha intenzione di sprecare la propria vita trasformandosi nel lupo dei suoi simili.<br /><br />Naturalmente non tutti i giovani si fanno infarcire da queste idiozie, altrimenti faremo tutti bene a pensare seriamente al suicidio. Ci sono giovani che conoscono la verità, ma questi stessi giovani non devono cullarsi nel compiacimento della propria intelligenza, perché devono essere capaci di riportare a galla la cultura, la vera cultura. Esistono anche degli importanti pezzi di società stanchi di questo squallore mass mediatico, che tuttavia tendono a stare ai margini, ad estraniarsi dal contesto vissuto per vivere nel pensiero del tutto è ormai perduto. Questo è un errore, perché e un dovere proporre la propria visione delle cose, e lottare per la società che si vorrebbe. Tuttavia, non si può pensare che questo resti un compito soltanto dei giovani. La politica ha un ruolo importante nel fronteggiare questo regresso culturale. Devono essere finanziati i luoghi di cultura, la produzione dell’arte, il godimento dell’arte. E’ compito fondamentale della politica finanziare la stessa cultura, facendo i dovuti distinguo, e contrastare l’imbarbarimento che si sta sviluppando e radicando con velocità esponenziale.<br /><br /><strong>Marco Serra.</strong> </div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-41436574057430112162008-02-10T10:23:00.000-08:002008-02-10T10:26:19.379-08:00Rifiuti, violenza e ipocrisia a Cagliari<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigKp4lWPfx0dGtcD1trfY6ipaOTHa7RLjjEFI_cDZoxnNdB51Yxw_AqdTURs0vE1LIPLEUVpdcXsmW3DGZW3aN7MDWLjPK8tDxyxCHRhcQLusy5jljFPv34D1XvODyNplVeBJMHAFCvdnZ/s1600-h/SORU_RENATO.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165419595829504402" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigKp4lWPfx0dGtcD1trfY6ipaOTHa7RLjjEFI_cDZoxnNdB51Yxw_AqdTURs0vE1LIPLEUVpdcXsmW3DGZW3aN7MDWLjPK8tDxyxCHRhcQLusy5jljFPv34D1XvODyNplVeBJMHAFCvdnZ/s320/SORU_RENATO.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">La polemica del centro destra sardo di questi giorni sull'arrivo dei rifiuti campani in Sardegna, avrebbe del grottesco, del ridicolo, dell'ipocritamente pretestuoso, se non avessi assistito a quello che, anche dal Bastione di Castello ( la rocca che domina la città), si riusciva a vedere degli scontri e della follia ( spontanea?) dei cosiddetti ultrà, di fronte alla villa di Soru, vicino alla Basilica di Bonaria.<br />Quello che ho visto non ha nulla a che vedere con la polemica politica, quello che ho visto è squadrismo, violenza smisurata, rispetto al problema che si contestava.<br />Parto da alcune considerazioni quantitative partendo dal rapporto sui rifiuti urbani 2006 della regione Sardegna: ogni anno noi Sardi produciamo, nelle nostre case, circa 850000 tonnellate di rifiuti ( chiamati solidi urbani )<br />Parallelamente ogni anno vengono prodotti in Sardegna, in maggior parte dal tipo particolare di grandi industrie che abbiamo, circa 3 milioni e 300 mila tonnellate di rifiuti speciali all'anno.<br /><br />Questo non da oggi ma da almeno 30 anni.<br /><br />Da quando è stata eletta la maggioranza di centro sinistra che governa la Regione ( nel 2004 ) si è passati in soli due anni dallo 0% al 20% di raccolta differenziata (nel 2007 si è arrivati al 30%), grazie ad una politica di premialità /multe, voluta dall'ex assessore all'ambiente Tonino Dessì, in numeri, nel 2006 questa quantità ammontava a 170000 tonnellate<br />Nel 2005 si svolse un referendum per impedire l'importazione di alcuni particolari tipi di rifiuti ( fumi di acciaieria ) utilizzati come materia prima da un industria metallurgica ( si parla di oltre 200000 t/a). In quell'occasione il centro destra si espresse per bocciare quel referendum ( come quasi tutte le forze politiche esclusi gli indipendentisti ), cioè per importare quel tipo di rifiuti ( molto più pericoloso dei rifiuti urbani).<br /><br />La stessa Sardegna, inoltre, esporta circa 600000 t/a di rifiuti speciali verso altre regioni.<br />A questo si aggiunga che l'impianto di Macchiareddu ( vicino a Cagliari) che ha ricevuto le prime 500 tonnellate di rifiuti ne tratta ogni anno circa 200000 tonnellate.<br />Fatto questo quadro della situazione si capisce come la quantità di 6000 tonnellate di rifiuti urbani che arriverebbe dalla Campania sarebbe veramente una quantità esigua per gridare all'emergenza ambientale, la Sardegna se le può permettere.<br />La cosa che sorprende, che indigna e preoccupa è che a strumentalizzare la protesta, o meglio ad aizzare la protesta, siano personaggi politici di centro destra di primo piano come l'ex Preidente della Regione Mauro Pili di Forza Italia e il Sindaco di Cagliari Emilio Floris, sempre di Forza Italia.<br /><br />Su quest'ultimo mi voglio soffermare.<br /></div><br /><div align="justify">Al di là del fatto ridicolo di aver mandato il vicesindaco, con tanto di fascia tricolore, e il capo dei vigili a notificare agli addetti del Porto Canale, dove è arrivata la nave dei rifiuti, una delibera del Comune che vietava l'arrivo di rifiuti extra regionali nel suolo comunale, quando il molo di arrivo e l'inceneritore sono sul territorio di un altro comune, ciò che stupisce è la malafede.<br />A questo riguardo faccio altre due considerazioni, la prima è questa: il Comune di Cagliari si è fatto capofila della protesta contro l'arrivo dei rifiuti Campani, lo stesso Sindaco Floris ha annunciato di voler andare a buttare un sacco d'immondezza a casa di Soru; ebbene lo stesso comune, come i cagliaritani ben sanno, non ha, da anni, nessuna volontà politica di far partire una seria raccolta differenziata, tanto che su 100000 t/anno di rifiuti urbani prodotti, solo 9000 t ( il 9% ) provengono dalla raccolta differenziata, con conseguenti multe di milioni di euro, che pagheranno i cagliaritani.<br /><br />La seconda considerazione riguarda l'inquinamento atmosferico cittadino. In assenza di una politica della mobilità che porti alla riduzione delle auto private, le centraline di rilevamento della qualità dell'aria cittadina, rilevano valori d'inquinamento superiori a quelli rilevati dalle centraline poste in prossimità dell'inceneritore di Macchiareddu, basta controllare i dati pubblicati dai siti del comune di Cagliari e della Provincia:<br /><br />http://www.comune.cagliari.it/portale/it/qualit_dellaria.wp e<br /><br />http://www.provincia.cagliari.it/content/portal/media-type/html/user/anon/page/default.psml/js_pane/P103357afabd-10036<br />( cliccare Macchiareddu )<br /><br />Mi sembra perciò che il clima da tragedia e da guerra che si sta creando in questi giorni sia assolutamente pretestuoso e ipocrita da parte del centro destra. Oltre che molto pericoloso, penso che troppi politici stiano facendo gli apprendisti stregoni alzando i livelli dello scontro su piani non più civili.<br />Per quanto riguarda Il governatore Soru, a parte la solidarietà personale per quello che è successo ieri sera e l'approvazione per il gesto di accettazione dei rifiuti Campani ( ampiamente sostenibile e remunerata, dato che per ogni t ci pagheranno 120 Euro), sarebbe opportuna un'operazione trasparenza, cioè informare i cittadini dell'esatta quantità di rifiuti che arriveranno.<br /><br />Cristiano Montis </div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-8252941908740845912008-02-10T10:08:00.000-08:002008-02-10T10:13:24.826-08:00Basi militari? No Grazie!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSCzUKKHdTLYB2TzVQjg2Um7mgdGAxkrFsQXC8vqwNUw7wA4XTTDIyZeY0acsojGUD6IF3S8AU_6aon54iZMCHJt4RJ4jzpUfMop_KM65pUf7DDO4ycu6yA6zELQz78W6x8ZBCwuewZ3SP/s1600-h/basi+militari.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165416215690242434" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSCzUKKHdTLYB2TzVQjg2Um7mgdGAxkrFsQXC8vqwNUw7wA4XTTDIyZeY0acsojGUD6IF3S8AU_6aon54iZMCHJt4RJ4jzpUfMop_KM65pUf7DDO4ycu6yA6zELQz78W6x8ZBCwuewZ3SP/s320/basi+militari.gif" border="0" /></a><br /><div align="justify"><br />Sul territorio le basi militari producono degli effetti fortemente negativi che si manifestano da diversi punti di vista.<br />Da quando è presente la base militare, la popolazione di Teulada si è praticamente dimezzata, mentre la popolazione di Pula (a pochi chilometri di distanza) è raddoppiata. In due paesi vicini, entrambi a poca distanza dalle spiagge, l’andamento demografico ha avuto degli effetti diametralmente opposti. A Teulada tante persone sono invece dovute emigrare, perché l’economia locale era in ginocchio...<br /></div><br /><div align="justify">In Sardegna l’economia si muove spesso partendo proprio dalle risorse territoriali: agricoltura, pastorizia e turismo hanno proprio nel territorio il loro presupposto fondamentale. Se a una comunità gli si toglie la disponibilità del territorio, possiamo facilmente immaginare che sarà fortemente penalizzata. Nel caso di Teulada ciò è evidente, soprattutto considerando che proprio Teulada potrebbe contare su un pregevole territorio, adatto all’agricoltura, all’allevamento ma soprattutto al turismo.<br />Infatti, Teulada può contare su delle risorse ambientali non indifferenti. Dalla testimonianza di alcuni amministratori, anche del passato, è emerso che molti imprenditori erano interessati ad investire sulla zona, ma non appena erano accompagnati per visitare la costa, incominciavano a sentirsi i tremendi rumori delle esercitazioni, e ovviamente gli investitori non potevano puntare su un’area che subisce un simile handicap.<br /></div><br /><div align="justify">Qualcuno sostiene che le basi militari hanno tutelato la bellezza della costa, ma è evidente il danno all’economia della comunità. A Teulada, come in tutti i luoghi occupati da servitù militari, si potrebbe fare come il Presidente Soru intende fare a La Maddalena. Come evidenziano le cronache del Marzo 2007, tutto l’Arsenale di La Maddalena e la parte gestita dall’Agenzia Industrie e Difesa, insieme all’area operativa, passerà in capo alla Regione Sardegna. Questo permetterà di realizzare il Polo Industriale voluto dal Comune e dalla Regione, che permetterà d’alzare i livelli occupazionali, e dunque creare economia stabile nella zona (proprio l’ultima Domenica di Marzo, gli ex lavoratori della base hanno manifestato la loro preoccupazione in una manifestazione a Cagliari). Dal punto di vista economico la dismissione delle basi militari dovrebbe avere proprio questo effetto: creare occupazione (ovviamente sostenibile) nel territorio, anche perché spesso le comunità locali hanno il timore di perdere quel minimo d’indotto procurato in vario modo dalle stesse basi NATO. Se la proposta di dismissione è accompagnata anche da una proposta occupazionale, le popolazioni locali saranno certamente disposte a dare il proprio assenso alla dismissione.<br /></div><br /><div align="justify">Su quest’argomento, proprio gli amministratori di Arbus, nel cui territorio è situata la base di Capo Frasca, hanno evidenziato come la presenza della servitù ha pesantemente condizionato il loro territorio. Il poligono NATO s’estende dalla penisola a nord del territorio comunale di Arbus, da Capo Frasca sino alla frazione di Sant’Antonio di Santadi. La grandezza del poligono arriva all’ammontare di 1500 ettari, con un ulteriore sviluppo costiero di 25 chilometri . L’area ricade proprio all’interno del Sito d’interesse comunitario “Stagno Corru e s’Ittiri”, ed è soggetta ai vincoli del nuovo piano paesaggistico regionale per la presenza di rilevanti edificazioni d’estrema importanza culturale. Queste costruzioni risalirebbero al periodo preistorico e pre – nuragico quali tombe dei giganti, nuraghi ma non solo, perché sono state segnalate anche delle ville romane. Anche nel caso di Capo Frasca, dunque, possiamo facilmente immaginare i danni ad un territorio a sicura vocazione turistica.<br /></div><br /><div align="justify">Inoltre, le basi militari procurano dei seri danni alle popolazioni locali, oltre che sugli stessi militari impiegati nelle esercitazioni. Come ha spiegato Lidia Menapace, senatrice PRC, presidente della Commissione sull’uranio impoverito, le patologie anomale tra i militari dei contingenti all’estero, o impiegati in poligoni di tiro, o in siti di stoccaggio delle munizioni, sono ormai una certezza. Proprio la Commissione presieduta dalla Menapace, concentrerà il proprio studio sulle possibili cause delle patologie, estendendo la propria analisi non soltanto al personale interessato, ma anche alle popolazioni civili che, in Italia, vivono nelle zone prossime a basi militari (come i cittadini di Teulada, per fare un esempio). Se fossero individuate con certezza delle patologie, la Commissione vorrebbe proporre la revisione dei “segreti” trattati internazionali (approvati dal Governo, e mai sottoposti all’esame del Parlamento), che hanno portato alla realizzazione di queste stesse basi.<br /></div><br /><div align="justify">Proprio sul tema delle patologie, è interessante analizzare questo dato. In base ai risultati ottenuti dagli studi effettuati dalla Commissione Mandelli, (istituita negli anni 90’, quando cominciavano ad emergere gli effetti della Sindrome del Golfo tra i soldati reduci dalle missioni nei Balcani), emerse che determinate patologie, tra i soldati, erano quattro volte superiori alla media! Questo dato può essere una testimonianza di come determinati armamenti possano provocare seri danni sugli individui, ledendone seriamente la salute. Ma ciò non basta. In base alla contabilità delle morti (portata avanti da associazioni come l’Osservatorio Militare del maresciallo Leggiero, oppure l’Anavafaf di Falco Accade (ex presidente della Commissione Difesa di Montecitorio), registra oggi 45 decessi su 515 malati. L’Osservatorio lancia inquietanti dubbi anche sul grosso numero d’interventi alla tiroide, che interesserebbero il 70% dei reduci.<br /></div><br /><div align="justify">Partendo da queste considerazioni, è facile temere per la salute dei cittadini che vivono in prossimità delle Basi militari. Nel paese di Escalaplano molti bambini nascono con delle vistose e delimitanti malformazioni. Nella frazione di S. Giorgio (Salto di Quirra), c’è una percentuale altissima di tumori al sistema emolinfatico. Entrambi gli insediamenti, manco a farlo apposta, sono nei pressi della grande base militare di Perdasdefogu. Ritornando al caso della Base di Teulada, è accertato che questa è usata per le esercitazioni della NATO, e affittata ad eserciti stranieri affinché questi possano studiare al meglio le loro “strategie” militari. Che armi sono usate durante queste esercitazioni? Si sa con certezza che questi esperimenti non possono causare danni alla popolazione residente? Il tutto è coperto dal famoso e impenetrabile “segreto militare”, ma non può esserci nessun segreto, quando si parla della salute dei cittadini.<br /></div><br /><div align="justify">L’unica risposta che può essere data alle popolazioni, a mio avviso, è la seguente: prevenzione, tutela e forme più adeguate di risarcimento nel caso in cui si verifichino degli effetti collaterali, assistenza sanitaria alle vittime e dunque alle famiglie. Vi è la forte necessità d’avvalersi di consulenti indipendenti, e rimuovere definitivamente il segreto apposto su quelle aree in cui imperversa il codice militare. Inoltre, elemento anch’esso importante, è importante avere degli strumenti adeguati per poter valutare con maggior precisione i danni causati dall’uranio impoverito.</div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="right">A.D. </div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-78397666746617909052008-02-10T10:00:00.000-08:002008-02-10T10:06:00.116-08:00La sinistra unita in Consiglio Regionale!<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8KIFnkAyB1858_-Ue4bfphqpvDT6F_xgH890NTKsX0XJaddKQaQLdYBjRU6wItZERNxol_bLX7dMNFP4J5grRbaqRe89iJoEKpIPwBLPV4Fq6gIx27fpj0gCNV4TZDpAvzgNTfp8-r0oZ/s1600-h/091207_Sinistra_Arcobaleno.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165413857753196914" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8KIFnkAyB1858_-Ue4bfphqpvDT6F_xgH890NTKsX0XJaddKQaQLdYBjRU6wItZERNxol_bLX7dMNFP4J5grRbaqRe89iJoEKpIPwBLPV4Fq6gIx27fpj0gCNV4TZDpAvzgNTfp8-r0oZ/s320/091207_Sinistra_Arcobaleno.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><br /><strong>Rifondazione Comunista<br />Sinistra Democratica<br />Partito dei Comunisti Italiani<br />Federazione Regionale dei Verdi</strong><br /><br /><strong>Sinistra<br />Arcobaleno</strong><br /><br /><br /><br />La Sinistra conferma che è in corso la definizione di una proposta articolata - così come richiesta dal Presidente della Regione per accelerare il confronto - sugli strumenti e sulle politiche del lavoro e per l'occupazione da introdurre nella prossima legge finanziaria, da sostenere tramite l'intera manovra di bilancio annuale e pluriennale. </div><div align="justify"></div><div align="justify">Le forze politiche della Sinistra e i Verdi valutano ad oggi ancora distante l'accordo necessario per concludere positivamente l'esame del Bilancio regionale con una convinta approvazione in aula.<br />Per questa ragione richiamano il Presidente e il Partito Democratico al rispetto dell'accordo, grazie al quale si è potuta approvare la manovra in Commissione, anche in via tecnica e in previsione di una elaborazione definitiva, soprattutto in materia di lavoro e occupazione, capace di rispondere alle istanze provenienti dalla società sarda, rappresentate anche da sindacati e impresa nel corso delle audizioni.<br /></div><br /><div align="justify">Sinistra e Verdi esprimono preoccupazione, per l'avvicinarsi della discussione in aula senza una proposta condivisa dall'intera maggioranza, che riguardi: formazione professionale, strumenti e politiche del lavoro, sistema integrativo regionale degli ammortizzatori sociali, progetti di inserimento e reinserimento dei lavoratori provenienti dalle situazioni acute di crisi occupazionale, e quanto altro necessario per il raggiungimento degli obiettivi quantitativi (tasso di occupazione) e qualitativi (sistema dei servizi per il lavoro, formativi e di orientamento) definiti dal Programma regionale di sviluppo e dal Dapef approvato in Commissione Bilancio.<br /></div><br /><div align="justify">Per il Partito della Rifondazione Comunista-S.E. - Sinistra Democratica - Partito dei Comunisti Italiani - Federazione Regionale dei Verdi<br /></div><br /><div align="justify">Michele Piras<br /></div><br /><div align="justify">Massimo Zedda<br /></div><br /><div align="justify">Tore Serra<br /></div><br /><div align="justify">Pino Zarbo </div></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-14768461018648950372008-02-10T09:50:00.000-08:002008-02-10T10:07:31.917-08:00Presentazione romanzo "La terra dell'odio."<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxUTNj8DZbQgyYipXiDnvXDG1Bxn1z7pUO9P_aMSv_9uGoH_s9rOZWCvctGFMPvQCkORezFOlTP31vQ9CFOP0-VwDKARNibLHLMgWTYhS8RQ-QImN39cydvzG7dTvQXNKd_3OZpB-Rh7mV/s1600-h/Monte+Tiscali,+Aprile+2007.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5165411950787717474" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxUTNj8DZbQgyYipXiDnvXDG1Bxn1z7pUO9P_aMSv_9uGoH_s9rOZWCvctGFMPvQCkORezFOlTP31vQ9CFOP0-VwDKARNibLHLMgWTYhS8RQ-QImN39cydvzG7dTvQXNKd_3OZpB-Rh7mV/s320/Monte+Tiscali,+Aprile+2007.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify">La Terra dell’odio, l’ultima fatica letteraria di Vincenzo D’Ascanio, è proprio un bel romanzo. Lo apri e parte il racconto per immagini, suggestioni probabilmente autobiografiche, ricordi che si miscelano alla fantasia, un gomitolo che si srotola pian piano, attraverso un percorso coerente e fluido.Sinceramente carico di amore per il proprio paese, mette a nudo quel legame forte ed indissolubile con la propria terra, le radici che diventano sempre più forti quanto più si è distanti dalle proprie origini.</div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify">Sullo sfondo di un racconto che non è, né vuole essere, politico o sociologico, vi è il nostro paese, i nostri paesi, la nostra realtà. Quel complesso, articolato, contradditorio ed affascinante intreccio che sono le nostre comunità. I microcosmi, non le realtà metropolitane talvolta omologanti e totalizzanti, ma il lento scorrere del tempo scandito dalla quotidianità, dai profumi e colori della vita reale ancora non intrappolata nella rete virtuale e alienante di internet.Da pubblico amministratore non posso fare a meno di notare che viene anche affrontato il tema della sicurezza. La bomba che irrompe e drammaticamente spezza il silenzio gioioso di una notte di festa, uno squarcio dolorosamente profondo nelle nostre coscienze. </div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify">L’esplosione di una bomba che ci riporta alla mente quanto è difficile e rischioso, talvolta, amministrare le nostre realtà.Da politico (mi spiace, ci ricasco sempre!) e da Sindaco non posso fare a meno di evidenziare che la difficoltà di amministrare i nostri paesi non discende dalla “paura”. La bomba non è solo quella che si fabbrica con la polvere da sparo. Le bombe sono anche le riprovevoli testimonianze di una “certa politica” miope e distruttiva che, perseguendo solo interessi particolari e “partito-lari”, impedisce alle nostre comunità di realizzare appieno le proprie potenzialità, di svilupparsi armoniosamente, di crescere camminando insieme.Ritorniamo al libro. Esso è un racconto generazionale. </div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify">Sono pagine, dunque, nelle quali non si legge semplicemente una storia individuale o di un gruppo di amici ma quella di una generazione e di una fase della vita. Mi hanno favorevolmente colpito le pagine dedicate alla crescita personale e collettiva che è quella di tutti i giovani di allora. La scoperta della vita, i primi incerti sentimenti, i tabù da infrangere, i luoghi comuni e i pregiudizi, la ritualità e le trasgressioni, l’estate come stagione-crocevia, le paure e i desideri, la musica e le letture, la famiglia e il bar, insomma le cose normali che si fanno a quell’età.Ma anche il “sogno” di un lavoro stabile, il dramma dell’emigrazione, la precarietà come tratto distintivo di una generazione che per la prima volta nel dopoguerra vivrà peggio dei propri genitori. Insomma un romanzo vero, si direbbe neo-neorealista. La vita mostrata nella sua complessa ed indecifrabile misteriosità ma anche nella sua più cruda e misera realtà.</div><br /><div align="justify"></div><br /><div align="justify">Riguardare il proprio passato non significa solo riappropriarsi di emozioni e ancor meno rifugiarsi in artificiali voli nostalgici o puerili sentimentalismi ma significa coltivare il futuro. Avere il coraggio di raccontarlo, pur stemperandolo in un romanzo, significa donarlo anche agli altri.Vincenzo D’Ascanio è già bravo e crescerà ancora. Non gli mancano talento, coraggio, abnegazione, determinazione e passione. Non sono solito dare consigli ma gli suggerisco di seguire sempre se stesso, i suoi desideri, le sue aspirazioni e le sue ambizioni. In realtà credo che lo stia già facendo. Allora permettetemi di augurargli di realizzarli, se lo merita.<br /></div><br /><div align="right"><strong>Jerzu, 15 Marzo 2007</strong></div><br /><div align="right"><strong>Marcello Piroddi- Sindaco di Jerzu</strong></div><br /><div align="right"><strong></strong></div><br /><div align="right"><strong></strong></div><br /><div align="right"><strong></strong></div><br /><div align="justify"><strong>Il romanzo "La terra dell'odio", di Vincenzo D'Ascanio, sarà presentato il 15 Marzo, alle ore 17, presso l'ex Vetreria di Pirri.</strong></div><div align="justify"><strong></strong> </div><div align="justify"><a href="http://vincenzodascanio.blogspot.com/">http://vincenzodascanio.blogspot.com/</a></div><div align="justify"> </div><div align="justify"><a href="http://www.laterradellodio.blogspot.com/">http://www.laterradellodio.blogspot.com/</a></div><div align="justify"> </div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-69645835568421317242007-04-26T10:11:00.000-07:002007-04-26T10:27:49.315-07:00Movimenti<strong>Numero di Aprile</strong><br /><strong></strong><br /><br />Dichiarazione di voto di Luciano Uras sulla finanziaria 2007;<br /><br />Per il rilancio del movimento contro le servitù militari (pag. 2);<br /><br />Le contraddizioni cagliaritane (pag. 3);<br /><br />Teulada: ricordando l'arrivo dei militari (pag. 4);<br /><br />La finanziaria 2007 riduce il consumo energetico (pag. 5);<br /><br />La legge d'iniziativa popolare sulla sovranità alimentare (pag. 6);<br /><br />Riflessioni sui DICO (pag. 6);<br /><br />VI Congresso regionale dei DS (pag. 7);<br /><br />Basta Carceri! Riflessioni su amnistia e indulto (pag. 8)movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-4736320239105332612007-04-26T10:02:00.001-07:002007-04-26T10:02:26.935-07:00<div align="center"><strong>Movimenti<br />E-mail: movimentica@tiscali.it<br /><br />Giornale d’informazione alternativa<br /><br />Editore<br />Associazione culturale<br />La Carovana Sarda della Pace<br />Vis Baronia 13-cap 09121 (Ca)<br />Tel. E fax 070 282631<br />E-mail: carovana.arci@tiscali.it<br />Sito internet:<br />www.carovanasardadellapace.com<br />Direttore responsabile<br />Sechi Alberto<br />Direttore editoriale<br />Atzori Ugo<br />Redazione<br />Vincenzo D’Ascanio, Michele Piras.<br />Luca Puddu, Giuseppe Floris, Moreno Pilloni, Matteo Portoghese.<br />Stampato in proprio<br />Registrazione tribunale di Cagliari<br /> N. 13/05 del 08.04.05</strong></div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-35200300079444473262007-04-26T09:52:00.000-07:002007-04-26T09:54:59.956-07:00Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 1<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXVdu_iFRUlS8f5IYm5Jpe0err5PEsMF-yHKLdMZe0wycgoJ4Jxm2BH-KlXBEEAa2N37fZkf4si4nQoxj9AEubVuTnNzumzHdp0r82e805IBbM60tUTgibXXyloXIVuuqZMyg8pvzWzqU/s1600-h/Luciano+Uras.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057781362178325298" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfXVdu_iFRUlS8f5IYm5Jpe0err5PEsMF-yHKLdMZe0wycgoJ4Jxm2BH-KlXBEEAa2N37fZkf4si4nQoxj9AEubVuTnNzumzHdp0r82e805IBbM60tUTgibXXyloXIVuuqZMyg8pvzWzqU/s320/Luciano+Uras.jpg" border="0" /></a><br /><div><strong>Dichiarazione di voto di Luciano Uras sul progetto di legge " Finanziaria 2007".</strong><br /></div><br /><div></div><br /><div align="justify">Il giudizio positivo tiene conto degli impegni assunti dalla Giunta, nel corso dell'esame del provvedimento in Commissione, di precisare e migliorare i contenuti in alcune parti di particolare rilievo (politiche del lavoro e sociali, politiche per la salute, politiche per l'istruzione e la formazione, riorganizzazione funzionale dell'amministrazione regionale e locale), con specifici emendamenti da predisporre d'intesa o a cura della maggioranza consiliare.<br />Il giudizio positivo è motivato, inoltre, in relazione:1. alla entità della manovra finanziaria(pari a circa 8,5 miliardi di euro) resa possibile dalla nuova regolamentazione del sistema delle entrate regionali, definita "dalla Finanziaria nazionale 2007" con la modifica dell'articolo 8 dello Statuto Speciale (Legge costituzionale n.3/1948), conseguente alla vertenza aperta con lo Stato (condotta con determinazione dal Presidente e dalla Giunta, dal Consiglio regionale, dalle Autonomie locali e dalle Parti sociali), finalizzata<br />al recupero dei trasferimenti finanziari dovuti dallo stesso Stato e non effettuati. Condivido, pertanto, i contenuti innovativi presenti nell'articolato relativi all'attivazione delle anticipazioni di spesa e alla riduzione del disavanzo, nonché al sistema impositivo integrativo regionale e locale finalizzato al riequilibrio territoriale e alla più equa redistribuzione del reddito;2. agli interventi in favore del sistema delle autonomie locali, con la istituzione del fondo unico dei trasferimenti finanziari regionali a favore degli enti locali che consente, agli stessi enti, una più ampia possibilità di manovra della propria spesa, oltre ad avere una maggiore disponibilità finanziaria dovuta al notevole incremento delle risorse regionali stanziate (complessivi 500 milioni di euro);3. alla misura definita nell'articolo "32 bis" (predisposto a cura della maggioranza della Commissione consiliare), finalizzato alla realizzazione di un adeguato sistema di interventi finalizzati all'occupazione stabile, al superamento del precariato, alle politiche del lavoro e ad azioni di contrasto della povertà. La misura ritenuta assolutamente necessaria, è costituita anche da risorse finanziarie non spese (115 milioni di euro, pressoché interamente provenienti da fondi comunitari in capo all'Assessorato del Lavoro, e da ulteriori stanziamenti regionali per ulteriori 55 milioni di euro), e dovrà essere oggetto di nuova formulazione avuto riguardo alla articolazione delle singole azioni, ai migliori percorsi procedurali e la qualificazione più puntuale delle responsabilità di spesa.<br /><br /><br /><br /><br />Luciano Uras<br />(capogruppo PRCin Consiglio Regionale</div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-71405196998447295842007-04-26T09:49:00.000-07:002007-04-26T09:52:24.128-07:00Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 2<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfSt4NDHwEKIkw2OXEiV68940E2mpgWKGbE25E-KfIAkazXOgpFXa0ufTUbVXupxhGSg3o86p4t_LS-WQdeE0Ml0bi_qeSEK1NuWl2LbS2eqFyeTs6Ii0S_7Hdst25aCWNT0AOtsrIcL_d/s1600-h/bandiera+pace.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057780662098656034" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" height="221" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfSt4NDHwEKIkw2OXEiV68940E2mpgWKGbE25E-KfIAkazXOgpFXa0ufTUbVXupxhGSg3o86p4t_LS-WQdeE0Ml0bi_qeSEK1NuWl2LbS2eqFyeTs6Ii0S_7Hdst25aCWNT0AOtsrIcL_d/s320/bandiera+pace.gif" width="291" border="0" /></a><br /><div align="justify"><br /><strong>Per il rilancio del movimento contro le Servitù Militari</strong><br /><br />Dopo la seconda guerra mondiale, in seguito agli accordi di Yalta, le Potenze alleate ( USA, URSS, Gran Bretagna ) si erano spartite il mondo. Il nostro paese fu assegnato al controllo occidentale e a causa della nostra posizione strategica ( terra di confine con il mondo comunista ) ne derivò la presenza, in funzione difensiva, dei vari insediamenti militari della NATO e degli USA.<br />Di conseguenza, negli anni 50, la NATO e gli USA hanno adibito la nostra isola a grande area strategica di servizi bellici:<br />esercitazioni, addestramento, sperimentazioni di nuovi sistemi d’arma, guerre simulate, depositi di carburante, armi e munizioni, rete di spionaggio e telecomunicazioni.<br />Rispetto agli anni 50 la Sardegna, oggi, assume un duplice ruolo: il primo è quello di essere sostanzialmente una scuola di guerra mentre il secondo è quello di essere un punto strategico per il controllo dell’intera area mediterranea.<br />Sulla nostra isola gravano il 66% delle istallazioni militari italiane-NATO.<br />L’ampiezza dei territori e degli spazi aerei e marittimi asserviti all’utilizzo militare non è paragonabile a nessuna altra regione d’Italia. Basta pensare che il solo tratto di mare annesso al poligono di Quirra supera in estensione la superficie dell’intero territorio isolano.<br />In questa situazione la Sardegna assume il doppio ruolo di complice e vittima delle politiche NATO. Queste non sono altro che uno strumento per esercitare la propria egemonia ed influenza attraverso l’Atlantico e oltre. Con le basi militari, gli USA introducono una cultura di guerra, di dominio e di violenza. Ovunque avvengono crimini contro la salute, l’ambiente e di atro genere. La cosa più grave è che raramente i responsabili subiscono un processo perché vige il principio dell’extraterritorialità. Questo significa che gli americani possono essere processati solo in America e che l’Italia, di fatto, non può intervenire contro i loro crimini. Il potere attribuito agli USA è enorme, basta sapere che non sono tenuti a precisare né l’ubicazione della base né le attività che si svolgono all’interno. Da tutto ciò consegue una palese violazione degli articoli 80 e 87 della Costituzione che prevedono la sovranità del popolo italiano su tutto il territorio nazionale.<br />Oltre ai problemi di sovranità territoriale e di inquinamento ambientale bisogna sottolineare i numerosi problemi legati alla salute che le attività militari hanno creato in questi anni. Ad esempio, a Quirra, 20 persone sono morte di leucemia o tumori emolinfatici e 10 persone che avevano lavorato nella base sono morte di cancro. A Escalaplano, un paesino di 2600 abitanti, a nord del poligono, 14 bambini sono nati con gravissime malformazioni genetiche e patologie rarissime.<br />Oltretutto, i militari americani non riferiscono i particolari delle loro esercitazioni, e si sospetta l’uso di proiettili all’uranio impoverito.<br /><br />Io credo che ogni base militare rappresenti un pericolo per la vita e il benessere delle popolazioni, e che i militari americani siano posti al di sopra delle leggi del paese che li ospita..<br />La Sardegna ha il doveroso compito di usufruire concretamente della propria autonomia e di gestire la propria terra in base alle esigenze del suo popolo. E’ necessario aggregare le lotte frammentate per scrollarsi del pesante fardello NATO ed esprimere con chiarezza e convinzione la NOSTRA VOCAZIONE DI ISOLA DI PACE E AMICIZIA TRA I POPOLI.<br /><br />Michele Piras<br /><br /><br />NB: siete e tutt* invitat* ad avviare un percorso di informazione, studio e mobilitazione per la liberazione della Sardegna dalle basi militari. L’obbiettivo è di concludere, al più presto, questa campagna con una grande manifestazione regionale contro le servitù militari.<br />Vi invitiamo a promuovere tempestivamente ogni genere di iniziativa che possa contribuire a questa lotta: assemblee cittadine, nelle scuole, nei luoghi di lavoro,nelle strade, volantinaggi, concerti ecc…<br />Per info: 3201638121 / 3299413822 / 3297892577 / 3397296237<br /><br />Info: <a href="mailto:nobasi@tiscali.it">nobasi@tiscali.it</a> </div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-23024860478515099402007-04-26T09:44:00.000-07:002007-04-26T09:48:30.211-07:00Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 3<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAhEy7UpUGLlyl3SymkLqppgU-vYsNhDR76beBCEXU1Jj70W6HRbEiTi5ezlsUdDsgYufxQfoQIMeZUAM1CU8nrZaqkX2Tx8Ol2JNpk6V60_jjYTmgPhz9xDTQKe3yjBuG1_DUGwr8Q_Yh/s1600-h/Periferia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057779369313499922" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" height="222" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAhEy7UpUGLlyl3SymkLqppgU-vYsNhDR76beBCEXU1Jj70W6HRbEiTi5ezlsUdDsgYufxQfoQIMeZUAM1CU8nrZaqkX2Tx8Ol2JNpk6V60_jjYTmgPhz9xDTQKe3yjBuG1_DUGwr8Q_Yh/s320/Periferia.jpg" width="274" border="0" /></a><br /><div align="justify"><strong>Le contraddizioni cagliaritane</strong><br /><br />La povertà nelle grandi città è un qualcosa di tangibile, un qualcosa che l’occhio non può sopportare, un qualcosa che ferisce il nostro essere “uomini”. Quando arrivai a Cagliari per cominciare gli studi universitari, avevo soltanto un’idea confusa di cosa mai fosse la povertà. Questo perché nel paese il povero, pur vivendo in una condizione di miseria, vive entro una peculiare rete di rapporti umani e sociali che gli permettono di vivere in un margine di sussistenza e dignità. Nel paese non si è mai soli, c’è sempre un amico o un parente su cui contare… Col tempo imparai che nelle città ciò non esiste, e il povero troppo spesso oltre ad essere povero, è anche solo ed emarginato.<br />Cagliari è una città in cui il moderno convive con l’antico, in cui le Torri Pisane e le possenti Chiese medievali s’elevano tra le moderne realizzazioni dell’arte contemporanea. Cagliari, tuttavia, è anche una città divisa da impalpabili ed insormontabili barriere di sartriana memoria: impalpabili perché non si possono né toccare, né vedere, insormontabili perché sei profondamente cosciente di quanto la loro presenza vada oltre lo stesso astratto concetto del tempo.<br />Queste barriere dividono la città in quartieri poveri e in quartieri ricchi, in quartieri dove il lusso oltre che condizione si trasforma anche in status simbol. Altri quartieri hanno invece un ben latro status: quello della sussistenza, quello della lotta primordiale contro il bisogno materiale. Una lotta che ha soltanto un obbiettivo: quello del raggiungimento di una legittima soglia di sussistenza. Dico legittima non a caso, perché l’articolo terzo della nostra Costituzione parla chiaro: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua e di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.”<br />Passeggiando per le vie cagliaritane, sembra che questa Repubblica, così brava nelle dichiarazioni di principio, non abbia poi fatto molto. Te ne accorgi dinanzi ai grandi palazzoni alveare, in cui famiglie numerose sono stipate in miseri appartamenti, e i giovani disoccupati tirano a campare con espedienti di ogni genere. Te ne accorgi parlando con gli anziani e gli invalidi, che lamentano la mancanza di una qualsiasi forma d’assistenza. Te ne accorgi in Viale Elmas, quando nella semioscurità scorgi le immigrate che vendono il proprio corpo per pochi euro. Lo percepisci in quei quartieri dove non esistono servizi, e neanche un supermercato. In quei momenti, sentendo quelle parole, o vedendo quegli spettacoli di miseria e desolazione, ti chiedi: dov’è questa Repubblica che si riempie la bocca di così belle parole?<br />Nessuno potrà affermare che nella nostra società non esistano disuguaglianze sociali, e nessuno non può neanche lontanamente immaginare che queste non si perpetueranno nel tempo. Perché nascere a S. Michele non è come nascere in Via Sonnino, e tutti sappiamo che un ragazzo che nasce in due realtà così diverse avrà un vissuto differente, oltre che un probabile (anche se non scontato) destino.<br />Se la nostra Repubblica non fa molto per attenuare la disparità di condizioni tra questi due ragazzi, non si può dire che l’amministrazione cagliaritana faccia di meglio. I soldi per il lavoro sono spesi per ripavimentare le piazzette, oppure per appaltare delle assurde opere pubbliche che andranno come consuetudine a rifocillare l’amico dell’amico. A ciò si aggiunge la mancanza di lavoro frutto di queste scelte drammaticamente sbagliate, mancanza di lavoro che sommata alla precarietà di questi tempi crea disagio, disperazione, rabbia cieca e frustrazione. Con questi presupposti, la situazione di disagio creata dalla miseria può trovare come aberrante conseguenza la violenza fine a se stessa. Gli episodi di teppismo accaduti nei quartieri cagliaritani, in questo senso, sono del tutto simili a quelli delle Banlieu parigine, consapevoli delle dovute dimensioni. Il disagio, quando non trova delle risposte, si trasforma in risposta brutale, senza neanche lo spiraglio ideologico della rivendicazione sociale.<br />Se non si vuole che la situazione degeneri, le istituzioni devono trovare una concreta risposta alle tante difficoltà presenti nel tessuto sociale. In primo luogo è indispensabile dare un lavoro alle persone, perché come ci ha insegnato il buon Carlo Marx, il lavoro è il mezzo che contribuisce alla realizzazione della persona. In secondo luogo, devono essere migliorate le condizioni di vivibilità dei quartieri disagiati, perché l’ambiente in cui viviamo influisce pesantemente sul nostro modo di vivere e di pensare. Al bando le colate di cemento e d’asfalto, al bando i grandi palazzoni alveare, al bando l’asfalto che inghiotte la cultura e il poco verde rimasto. I quartieri come Is Mirrionis hanno bisogno di luoghi in cui si sviluppi l’integrazione sociale, come i centri sociali organizzati non per foraggiare le cooperative, ma per dare alla cittadinanza momenti d’aggregazione.<br />In terzo luogo, sono necessari degli ammortizzatori che ci riscattino dall’incubo della povertà. Per ammortizzatori intendo dei salari sociali che garantiscano una dignitosa soglia di sussistenza, che scongiurino lo sfruttamento, che scaccino finalmente la paura del futuro e della miseria.<br />Questi ovviamente sono soltanto dei possibili correttivi, delle misure amministrative per attutire il disagio. Un intervento strutturale dovrà tuttavia essere fatto anche sui sistemi d’informazione, sulla cultura e sugli stessi istituti educativi. Devono essere definitivamente cancellati gli esempi paventati in questi anni: il lusso da esibire a tutti i costi, i modelli inarrivabili, il rifiuto del diverso… In definiva, è indispensabile un intervento congiunto degli operatori sociali, dei movimenti e delle istituzioni per esorcizzare i pericolosi effetti del disagio sociale. E’ giunto il momento di dare attuazione al famoso articolo 3 della Costituzione.<br /><br />Vincenzo M. D’Ascanio</div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-18377879433041746372007-04-26T09:42:00.000-07:002007-04-26T09:44:42.017-07:00Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 4<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_ayO2STJGsBMhfGLpqVTUgaCjbGHncbMR0l2rpCF79e58IOUQQCdTAdvHw_PPIr9mMU92V8YluOXF2j1k_lsU1JO6ttciGsH-133KbnwkGKRobAZy4p6RKZXCjefhV4CBfEdrBOZlK4Sk/s1600-h/base+militare.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057778677823765250" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_ayO2STJGsBMhfGLpqVTUgaCjbGHncbMR0l2rpCF79e58IOUQQCdTAdvHw_PPIr9mMU92V8YluOXF2j1k_lsU1JO6ttciGsH-133KbnwkGKRobAZy4p6RKZXCjefhV4CBfEdrBOZlK4Sk/s320/base+militare.jpg" border="0" /></a><br /><div><strong>Teulada: ricordando l’arrivo dei militari.<br /></strong><br />Per arrivare a Teulada si devono percorrere una lunga serie di curve e improvvisamente, una volta arrivati alla sommità della collina, finalmente si vede il paese circondato dal verde e dalle colline. Si, anche da lassù si può notare come il territorio di Teulada sia in realtà un bel territorio, immerso nel verde, e con delle bellissime spiagge a pochi chilometri di distanza. Perché la spiaggia di Teulada è Porto Tramatzu, una delle più belle spiagge dell’intera isola. Si, proprio un bel paesaggio, peccato che proprio a Teulada sorga una delle più importanti basi militari di tutta la nazione, in cui soldati di svariate nazionalità arrivano da tutto il mondo per compiere le loro ordinarie esercitazioni di guerra.<br />Trascorsi un pomeriggio proprio a Teulada, nel grande salone padronale che si trova nella piazza più importante del paese. Un’associazione aveva organizzato un incontro, affinché gli anziani teuladini potessero raccontare come avevano vissuto l’arrivo dei militari nel loro territorio. Questo era un aspetto che soltanto raramente avevo considerato nel mio “NO” alle servitù militari: il mio rifiuto, come quello di tanti altri, era un rifiuto “ideologico”, legato alla logica capital – imperialista di spartizione delle zone d’influenza. Dopo aver sentito quegli uomini parlare, la mia visione delle servitù militari si è arricchita di altri elementi.<br />Le storie raccontate sono state tante, ma alcune m’hanno colpito più delle altre. Una signora sugli ottant’anni ha descritto il giorno in cui dissero alla sua famiglia che dovevano andarsene dalla loro terra, perché là dovevano installare la base militare. La signora, piangendo, ricordò che aveva perso il suo terreno, il suo bestiame, e la sua casa per via dell’occupazione. L’indennità per l’esproprio giunse dopo sei anni, e nel frattempo tutti i suoi sette fratelli furono costretti ad emigrare, per cercare un lavoro. Una costante di queste storie è proprio la necessità dell’emigrazione, a cui tanti teuladini sono stati costretti dopo l’occupazione. In molti hanno parlato del dispiacere provato dall’andarsene dalla propria terra, e della nostalgia che provavano nel vivere in terre a loro straniere. L’economia del territorio era fortemente basata sull’agricoltura e sull’allevamento del bestiame, e per chi si è visto portare via ogni cosa non è rimasto altro da fare che salutare i propri cari, e partire.<br />Una storia, in particolare, posso dire che mi ha colpito più delle altre. Un signore sugli ottant’anni ha parlato di quando arrivarono i militari per espropriargli terreno e casa. Lui era andato al lavoro la mattina presto e la sera, quando ritornò, vide che dinanzi a casa sua c’era un grande camion militare che attendeva. Una volta entrato nella casa, vide la madre che tratteneva il padre, dicendogli in dialetto: “Pensa ai tuoi figli, pensa ai tuoi figli”. Io ho immaginato che l’uomo stesse andando a prendere il fucile, per puntarlo verso chi gli voleva portare via i pochi beni che aveva. Dopo l’esproprio tutta la famiglia fu costretta ad<br /><br /><br />abbandonare la terra, il bestiame fu venduto a un prezzo basissimo (non c’era nessuno che intendeva comperare) e dato che non c’era lo straccio d’un lavoro, quel signore decise d’imbarcarsi, per fare il mestiere del marinaio. “Ho girato tutto il mondo con quelle navi, il mio cuore però era sempre a Teulada, nel terreno che mi hanno portato via.. Quando ne ho avuto la possibilità, sono ritornato, e ho comprato un pezzo di terra proprio dove finisce la servitù militare.”<br />Il signore cominciò a piangere forse pensando a quei giorni lontani, quando sulla nave pensava a tutto ciò che aveva lasciato per un destino che non aveva scelto.<br />“Adesso ogni tanto ritorno e ci pianto qualcosa così, a “sfregio”, anche se so che non serve a niente. E quando lo faccio guardo dall’altra parte della rete, e ripenso alla mia famiglia, quando tutti insieme vivevamo felici sul nostro terreno…”<br />Negli altri interventi si parlò degli accordi che l’amministrazione paesana firmò “al buio”, cioè senza consultare in alcun modo i cittadini. Durante l’intervento di quei signori, che raccontavano storie di disperazione e miseria, in tanti avevano gli occhi lucidi, e alcuni piangevano. Quelle lacrime avevano un motivo, tutti comprendevamo l’ingiustizia, e tutti la sentivano sulla propria pelle. S’avvertiva chiaramente la profondità del “grande salto”, e di come avessero ragione i Modena City Ramblers quando cantavano “è sempre la stessa storia, da una parte la gente, e dall’altra il potere”.<br /><br />Vincenzo M. D’Ascanio</div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-83388053140536953392007-04-26T09:39:00.000-07:002007-04-26T09:41:22.894-07:00Movimenti, Politica regionale, Aprile 2007, Pag. 5<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_PxRkOlm41ca7Dmg_pnJ-asxxG5WklbzPd_Eg1DNxlWqbZsge1s8TWv4rI_qVAw9xznx1UAngeebZyls-3NR9ESVoHLHo5xO4I-zvLqwQtpd_QR0e1omXZwwaiTGigwdgV2YL0U5mEG72/s1600-h/pale+eoliche.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057777853190044402" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_PxRkOlm41ca7Dmg_pnJ-asxxG5WklbzPd_Eg1DNxlWqbZsge1s8TWv4rI_qVAw9xznx1UAngeebZyls-3NR9ESVoHLHo5xO4I-zvLqwQtpd_QR0e1omXZwwaiTGigwdgV2YL0U5mEG72/s320/pale+eoliche.jpg" border="0" /></a><br /><div align="justify"><br /><strong>Finanziaria 2007, Riduce il consumo energetico<br /></strong><br />“L’avranno mica scritta a penna e con le luci spente?”<br />Non è dato saperlo, però è certo che non è in questo modo che la manovra ridurrà i consumi di energia.<br />È un fatto però che gli indirizzi presi dall’ultima finanziaria nazionale in materia di risparmio energetico segnano un decisivo passo verso il raggiungimento di obiettivi che altri paesi europei, la Germania per citarne uno, hanno superato da tempo.<br />Sono infatti previste una serie di misure atte ad esempio ad incentivare ristrutturazioni di vecchi edifici ad elevato consumo con materiali e innovazioni tecnologiche che permetteranno in alcuni casi addirittura di dimezzare i consumi.<br />Sono state quindi innalzate dal 36 al 55 percento le percentuali di detrazione fiscale in tre anni per la riqualificazione energetica degli edifici, con installazioni di pannelli solari termici, con interventi nella modernizzazione degli impianti di riscaldamento, nella ristrutturazione di pareti poco coibentate e con la sostituzione degli infissi ad alta dispersione con altri realizzati con materiali moderni e isolanti.<br />Incentivi sono previsti anche per chi sostituirà la vecchia caldaia con caldaie a condensazione.<br />Al fine di favorire la costruzione di nuovi edifici di medie e grandi dimensioni (volumetria superiore a 10.000 m3), con un fabbisogno energetico minore del 50 percento di quanto dispone l’attuale normativa, è previsto un contributo pari al 55 percento degli extra costi sostenuti per conseguire tale obiettivo.<br />Ottimo indirizzo, ma sarebbe stato auspicabile non limitate gli incentivi agli edifici di diecimila m3, ma estenderli a tutte le nuove costruzioni, anche quelle più piccole e a uso abitativo.<br />Godranno di agevolazioni fiscali anche i commercianti che sceglieranno le lampade a basso consumo.<br />Sono infatti previste misure di deduzione fiscale del 36 percento per i commercianti che sostituiranno gli apparecchi di illuminazione con sistemi ad alta efficienza energetica negli esercizi commerciali. In sostanza, chi sceglierà lampade fluorescenti negli ambienti interni e lampade a vapore di sodio in quelli esterni beneficerà dell’agevolazione. Altri contributi sono destinati all’acquisto di frigoriferi ad alta efficienza energetica e per l’installazione di motori industriali ad alta efficienza e a velocità variabile.<br />Un'altra misura riguarda la riduzione dell’accisa del GPL e incentivi all’impiego di autoveicoli a GPL e metano, per trasformare autovetture a gas metano o GPL e per l’acquisto di autoveicoli a metano e/o GPL.Finalmente si parla anche di biocarburanti. Viene infatti allineata la legislazione italiana sui biocarburanti alla Direttiva Europea 2003/30/CE sugli obiettivi di miscelazione obbligatoria dei biocarburanti nei carburanti petroliferi, secondo una percentuale progressiva: 1 percento al 2005; 2,5 percento al 2008; 5,75 percento al 2010. Altri interventi riguardano la fiscalità energetica.<br />Il maggior gettito fiscale IVA derivante da carburanti e combustibili di origine petrolifera, in relazione agli aumenti del prezzo internazionale del greggio, va a costituire un apposito fondo di 50 milioni di € per il triennio 2007-08-09 da utilizzare a copertura di interventi di riduzione dei costi della fornitura energetica per le fasce sociali che più risentono del peso del caro energia. Infine si potrà usufruire dell’Iva agevolata per forniture di energia “ecologica”. La fornitura di energia termica per uso domestico tramite reti pubbliche di teleriscaldamento o nell’ambito del contratto servizio energia prevede l’Iva agevolata solo se prodotta da fonti rinnovabili o da impianti di cogenerazione ad alto rendimento, mentre alle forniture di energia da altre fonti, sotto qualsiasi forma, si applica l’aliquota ordinaria.<br />Tutte queste misure segnano un importante passo di civiltà per il nostro paese che si trova probabilmente addirittura impreparato sotto molti aspetti ad applicare queste misure.<br />È infatti fondamentale la formazione di personale specializzato e capace non solo di progettare edifici ad alta efficienza , ma è anche necessario trovare installatori, costruttori capaci anche di consigliare agli utenti quali materiali utilizzare e a chi si devono rivolgere per ottenere gli incentivi.<br />Una vera e propria fonte di approvvigionamento di nuove professionalità e sbocchi occupazionali.<br />Si è finalmente compreso quanto sia utile consapevolizzare il cittadino ad un consumo più cosciente di una risorsa che non è affatto eterna.<br /><br />Moreno Pilloni</div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-88692420437034158902007-04-26T09:36:00.000-07:002007-04-26T09:38:45.842-07:00Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 6<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjVOpY6Hv1BLOZy5LgxeS2tfTgD3UQJXvfZYcpxcpqsLyzKjKLwswRWz0wIZNHBrNHmT3FBfBstxTW8HvdaYOmyUdSz0PdpEVsEn949L4T1vNR6iaByhX6BUEY7SVuGH2pz_ILNKONTwoP/s1600-h/gay.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057777165995277026" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjVOpY6Hv1BLOZy5LgxeS2tfTgD3UQJXvfZYcpxcpqsLyzKjKLwswRWz0wIZNHBrNHmT3FBfBstxTW8HvdaYOmyUdSz0PdpEVsEn949L4T1vNR6iaByhX6BUEY7SVuGH2pz_ILNKONTwoP/s320/gay.jpg" border="0" /></a><br /><div><strong>Riflessioni sui Dico<br /></strong></div><br /><div></div><br /><div align="justify">Nonostante l’Italia sia nel fanalino di coda in materia di diritti civili, i “DICO” continuano a non soddisfare le richieste del trattato comunitario che obbliga i paesi membri di legiferare in materia di convivenze civili e coppie di fatto. L’indignazione del movimento LGBTQ, in quanto i dico non garantiscono eguali diritti ad eguali doveri( che si acquistano solo dopo 9 anni di convivenza, nonostante il ddl garantisca effetto retroattivo), ci ritroviamo ben lontano dai “PACS”, dove le coppie conviventi hanno gli stessi diritti e doveri dei coniugi. In materia di diritti civili la Costituzione italiana sancisce nell’art 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Noi tutti/e abbiamo il dovere e il diritto di superare tutte le pratiche omofoniche che condizionano la politica italiana, denunciando la mancanza di Laicità da parte di alcuni politici che prediligono ascoltare le “raccomandazioni” del Cardinal Ruini, piuttosto che ciò che il paese reale chiede. Le ottantamila persone presenti il piazza Farnese sabato 10 Marzo, rappresentano il paese reale, l’ideale che si confronta con la realtà del nostro paese. Partire dai Dico per poi ampliare e modificare un DDL scritto senza tener conto della reale condizione del nostro paese, dove la Chiesa è ancora troppo presente nella politica italiana. Non dobbiamo nasconderci dietro un “anche dello stesso sesso” perché l’omosessualità non è una malattia, ne una devianza, come sostiene la Binetti. Che l'omosessualità NON FOSSE una malattia era già stato affermato da Freud e poi nel "Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali"(1973).Concludendo, l'omosessualità c'è, NON è una malattia, ( e quindi non può e non deve essere catalogata come tale solo per far felice gli omofobi, e coloro che aprono la bocca senza informarsi, che si esprimono solo per sentito dire), NON si può curare(anche se molti sono convinti di si, la maggior parte di loro fanno parte della comunità ecclesiastica). Infine lasciamo che ognuno viva LIBERAMENTE, con ENTUSIASMO, SERENITA' i propri sentimenti, che siano etero o che siano omosessuale nel rispetto degli altri. Che i Dico siano il punto di partenza e di discussione dell’integrazione sociale e del superamento di tutte quelle forme di Omofobia presenti nella nostra società.<br /></div><br /><div align="justify">Simona Deidda</div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4144682187200132083.post-52925107316719734792007-04-26T09:30:00.000-07:002007-04-26T09:35:23.910-07:00Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 6<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgJoVbXgl-0KPBQNggtI1oQFjP1CbplVtoPnRc9eJFvsLahrHNzHq4f_DohRviqoAzNmbOSVCUYqBJIhAex_LOhG6TuS7ENWwsSJtaTFlyPNtKe7P_rtB8m37X40HjRRRHg_AoEJJfe9wj/s1600-h/campo+di+grano.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5057776208217570002" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgJoVbXgl-0KPBQNggtI1oQFjP1CbplVtoPnRc9eJFvsLahrHNzHq4f_DohRviqoAzNmbOSVCUYqBJIhAex_LOhG6TuS7ENWwsSJtaTFlyPNtKe7P_rtB8m37X40HjRRRHg_AoEJJfe9wj/s320/campo+di+grano.jpg" border="0" /></a><br /><div><br /><strong>Legge di iniziativa popolare per la sovranità alimentare</strong><br /></div><br /><div align="justify">Il 27 di Marzo, nella Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo a Roma, sono state presentate le linee guida di una proposta di legge di iniziativa popolare per la sovranità alimentare.<br />La proposta è avanzata dai movimenti contadini che in questi anni si sono impegnati con pratiche e mobilitazioni a cercare la strada di un’altra agricoltura possibile, e che oggi prendono spunto dall’idea di una Sovranità Alimentare, avanzata dai movimenti internazionali detti “di Via Campesina”.<br />Si tratta di una legge di iniziativa popolare che impegna le istituzioni ad assumere principi di indirizzo e strumenti concreti per promuovere il diritto dei contadini ad avere una giusta remunerazione per il loro lavoro, quello dei cittadini ad un cibo sano con particolare attenzione rivolta alla tutela dell’ambiente.<br />Le iniziative portate avanti in questi anni puntano alla realizzazione di spazi di coinvolgimento fra cittadini, contadini e istituzioni sia nazionali che territoriali per assumere gli orientamenti e le scelte sulla base delle istanze di partecipazione democratica che avanzano dalla società e che garantiscono il diritto effettivo delle comunità di scegliere il proprio modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.<br />Sarà nel Comitato Promotore e nei territori che si svilupperà il confronto con quanti condivideranno lo sforzo per scrivere il testo definitivo della legge che sarà presentata nelle sedi istituzionali e su cui nei prossimi mesi si avvierà la campagna per la raccolta delle centinaia di migliaia di firme necessarie.<br />Il movimento si è sviluppato da subito anche anche in Sardegna.<br />Il movimento Altragricoltura, ospite dell’Assessorato Ambiente e Difesa del Territorio della Provincia di Cagliari, ha tenuto il 23 di marzo una Conferenza Stampa per promuovere l’ iniziativa popolare.<br />“Una norma di questo genere”, sostiene l’Assessore provinciale all’Ambiente Rosaria Congiu, “verrebbe incontro alla soluzione delle problematiche dell’agricoltura sarda (ciclo corto, costo eccessivo dell’acqua, grande distribuzione), basata finora più che altro su aiuti e risarcimenti senza un vero e proprio progetto di agricoltura che valorizzi i nostri prodotti e professionalità e che non impoverisca l’ambiente”<br />sopravvivenza di decine di migliaia di aziende agricole e allevatrici italiane è a rischio e, con loro, sono a rischio la tenuta ambientale, sociale ed economica di intere aree del nostro Paese, centinaia di migliaia di posti di lavoro, la qualità del cibo per i nostri cittadini ed un intero sistema produttivo che si è determinato in millenni di produzione culturale, cura del territorio, e relazioni umane e sociali. In 40 anni sono stati circa sette milioni gli ettari di superficie abbandonati dall’attività agricola, oltre un terzo della superficie complessiva attuale; in montagna sono stati 1,3 milioni gli ettari abbandonati, il 42% della superficie attualmente coltivata in queste zone. Un trend che ha avuto una accelerazione negli ultimi 10 anni, nel corso dei quali solo in montagna sono stati abbandonati circa 540.000 ettari di superficie e oltre 160000 sono le aziende agricole che hanno abbandonato l’attività, sempre più spesso per effetto di prezzi alla produzione che scendono ormai costantemente sempre sotto i costi produttivi minimi mentre i prezzi al consumo aumentano irresponsabilmente. Entro il 2012 è fondato il rischio di perdere il 40% delle nostre aziende.<br /><br />Moreno Pilloni </div>movimentihttp://www.blogger.com/profile/05015562151262461881noreply@blogger.com0