giovedì 26 aprile 2007

Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 6



Legge di iniziativa popolare per la sovranità alimentare

Il 27 di Marzo, nella Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo a Roma, sono state presentate le linee guida di una proposta di legge di iniziativa popolare per la sovranità alimentare.
La proposta è avanzata dai movimenti contadini che in questi anni si sono impegnati con pratiche e mobilitazioni a cercare la strada di un’altra agricoltura possibile, e che oggi prendono spunto dall’idea di una Sovranità Alimentare, avanzata dai movimenti internazionali detti “di Via Campesina”.
Si tratta di una legge di iniziativa popolare che impegna le istituzioni ad assumere principi di indirizzo e strumenti concreti per promuovere il diritto dei contadini ad avere una giusta remunerazione per il loro lavoro, quello dei cittadini ad un cibo sano con particolare attenzione rivolta alla tutela dell’ambiente.
Le iniziative portate avanti in questi anni puntano alla realizzazione di spazi di coinvolgimento fra cittadini, contadini e istituzioni sia nazionali che territoriali per assumere gli orientamenti e le scelte sulla base delle istanze di partecipazione democratica che avanzano dalla società e che garantiscono il diritto effettivo delle comunità di scegliere il proprio modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.
Sarà nel Comitato Promotore e nei territori che si svilupperà il confronto con quanti condivideranno lo sforzo per scrivere il testo definitivo della legge che sarà presentata nelle sedi istituzionali e su cui nei prossimi mesi si avvierà la campagna per la raccolta delle centinaia di migliaia di firme necessarie.
Il movimento si è sviluppato da subito anche anche in Sardegna.
Il movimento Altragricoltura, ospite dell’Assessorato Ambiente e Difesa del Territorio della Provincia di Cagliari, ha tenuto il 23 di marzo una Conferenza Stampa per promuovere l’ iniziativa popolare.
“Una norma di questo genere”, sostiene l’Assessore provinciale all’Ambiente Rosaria Congiu, “verrebbe incontro alla soluzione delle problematiche dell’agricoltura sarda (ciclo corto, costo eccessivo dell’acqua, grande distribuzione), basata finora più che altro su aiuti e risarcimenti senza un vero e proprio progetto di agricoltura che valorizzi i nostri prodotti e professionalità e che non impoverisca l’ambiente”
sopravvivenza di decine di migliaia di aziende agricole e allevatrici italiane è a rischio e, con loro, sono a rischio la tenuta ambientale, sociale ed economica di intere aree del nostro Paese, centinaia di migliaia di posti di lavoro, la qualità del cibo per i nostri cittadini ed un intero sistema produttivo che si è determinato in millenni di produzione culturale, cura del territorio, e relazioni umane e sociali. In 40 anni sono stati circa sette milioni gli ettari di superficie abbandonati dall’attività agricola, oltre un terzo della superficie complessiva attuale; in montagna sono stati 1,3 milioni gli ettari abbandonati, il 42% della superficie attualmente coltivata in queste zone. Un trend che ha avuto una accelerazione negli ultimi 10 anni, nel corso dei quali solo in montagna sono stati abbandonati circa 540.000 ettari di superficie e oltre 160000 sono le aziende agricole che hanno abbandonato l’attività, sempre più spesso per effetto di prezzi alla produzione che scendono ormai costantemente sempre sotto i costi produttivi minimi mentre i prezzi al consumo aumentano irresponsabilmente. Entro il 2012 è fondato il rischio di perdere il 40% delle nostre aziende.

Moreno Pilloni

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