giovedì 26 aprile 2007

Movimenti, Attualità, Aprile 2007, pag. 6


Riflessioni sui Dico


Nonostante l’Italia sia nel fanalino di coda in materia di diritti civili, i “DICO” continuano a non soddisfare le richieste del trattato comunitario che obbliga i paesi membri di legiferare in materia di convivenze civili e coppie di fatto. L’indignazione del movimento LGBTQ, in quanto i dico non garantiscono eguali diritti ad eguali doveri( che si acquistano solo dopo 9 anni di convivenza, nonostante il ddl garantisca effetto retroattivo), ci ritroviamo ben lontano dai “PACS”, dove le coppie conviventi hanno gli stessi diritti e doveri dei coniugi. In materia di diritti civili la Costituzione italiana sancisce nell’art 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Noi tutti/e abbiamo il dovere e il diritto di superare tutte le pratiche omofoniche che condizionano la politica italiana, denunciando la mancanza di Laicità da parte di alcuni politici che prediligono ascoltare le “raccomandazioni” del Cardinal Ruini, piuttosto che ciò che il paese reale chiede. Le ottantamila persone presenti il piazza Farnese sabato 10 Marzo, rappresentano il paese reale, l’ideale che si confronta con la realtà del nostro paese. Partire dai Dico per poi ampliare e modificare un DDL scritto senza tener conto della reale condizione del nostro paese, dove la Chiesa è ancora troppo presente nella politica italiana. Non dobbiamo nasconderci dietro un “anche dello stesso sesso” perché l’omosessualità non è una malattia, ne una devianza, come sostiene la Binetti. Che l'omosessualità NON FOSSE una malattia era già stato affermato da Freud e poi nel "Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali"(1973).Concludendo, l'omosessualità c'è, NON è una malattia, ( e quindi non può e non deve essere catalogata come tale solo per far felice gli omofobi, e coloro che aprono la bocca senza informarsi, che si esprimono solo per sentito dire), NON si può curare(anche se molti sono convinti di si, la maggior parte di loro fanno parte della comunità ecclesiastica). Infine lasciamo che ognuno viva LIBERAMENTE, con ENTUSIASMO, SERENITA' i propri sentimenti, che siano etero o che siano omosessuale nel rispetto degli altri. Che i Dico siano il punto di partenza e di discussione dell’integrazione sociale e del superamento di tutte quelle forme di Omofobia presenti nella nostra società.

Simona Deidda

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